lunedì 27 aprile 2020

1950 Domande sulla guerra per risposte non generiche


Anselmo Palini è una fonte inesauribile di un patrimonio comune. 
Così riporta inizia un piccolo saggio pubblicato come Extra di Città Nuova * 

In un contesto di durissima guerra fredda e di forte contrapposizione ideologica, mentre divampa la guerra di Corea e da più parti si teme un nuovo conflitto mondiale, nell’agosto 1950 arrivano a don Mazzolari, a Bozzolo, due lettere  nella stessa busta. La prima è indirizzata alla redazione di “Adesso”, la rivista fondata da don Primo nel 1949, mentre la seconda è rivolta personalmente a don Mazzolari. Qui di seguito il contenuto della prima missiva.

«Caro “Adesso”,
siamo un gruppo di giovani né fascisti, né comunisti, né democristiani, ma cristiani, democratici, italiani. Ogni giorno, a ritmo incalzante, sentiamo parlare di riarmi, di stanziamenti favolosi e urgenti per produzioni belliche, di guerra imminente, di difesa nazionale e di blocchi contrapposti.
Chiediamo:
1) In caso di guerra, dobbiamo impugnare le armi?
2) In caso affermativo, come italiani, con chi e contro chi?
3) In caso di occupazione americana (vedi Patto atlantico) o russa, il nostro atteggiamento dovrà essere di collaborazione, di neutralità o di ostilità?
4) Desideriamo una risposta precisa di “Adesso” per ciascuno degli interrogativi.

Ringraziamo per l’ospitalità e salutiamo cordialmente».
anche nella lettera a don Primo, i giovani firmatari, che si definiscono tutti lettori e sostenitori di “Adesso”, sottolineano i propri problemi di coscienza e chiedono risposte precise e non evasive o generiche. Questi i loro  nomi: Giovanni Cristini, Lino Monchieri, Franco Nardini e Gabriele Calvi di Brescia; Marco Del Corno e Mauro Laeng di Milano; Giuseppe Gilardini di Pavia; Matteo Perrini di Taranto; Gaetano Santomauro di Bari. 

Esercitazione Nato 2019 Foto Ap 


*Tu non uccidere di don Primo Mazzolari, una “Magna Charta” 
per gli operatori di pace




Nessun commento:

Posta un commento

Post in evidenza

Kennedy e il vuoto di "Ciò che non è esprimibile"

  Perché rileggere oggi la scelta di John Kennedy nella crisi dei missili del 1962. La tragedia ucraina apre a scenari di guerra nucleare ...