venerdì 22 maggio 2020

Odiare il nemico: quella lettera del 10 marzo 1943

Ho ricevuto dall'amico fraterno Giuseppe Palocci questa lettera a pochi giorni dalla festa del 2 giugno e dagli 80 anni dal 10 giugno 1940, data di entrata dell'Italia nel secondo conflitto mondiale sottomessa al potere fascista e al volere del re sabaudo



Non sono pochi quelli che ancora ricordano il 'ventennio' come un'era di prosperità, di legalità e di grandi opere pubbliche. 'I treni arrivavano in orario', 'si dormiva con le porte aperte'  e 'non c'era tanta delinquenza', dicono quei nostalgici. 

Diversi cattolici contemporanei si sono lasciati attrarre da quelle espressioni così caratterizzanti ed hanno finito per propendere per quei movimenti politici che, sulle orme del fascismo, mirano 'alla legalità', a servire 'prima gli italiani e poi tutti gli altri', a sbloccare i finanziamenti per le opere pubbliche, non importa se a ditte mafiose che mescolano il cemento con la sabbia di fiume o che non mettono i tondini giusti nelle gettate dei ponti, purché tutto 'sembri che giri nel verso giusto'. 




Questi rigurgiti di efficientismo, rischiano di stravolgere ancora una volta la nostra convivenza civile e l'anima cristiana che la sostiene, coi cinque milioni di volontari che in Italia si adoperano per sollevare dalle necessità impellenti  i più fragili, compresi i medici ed infermieri di cui tutti in questi giorni tessono, a buon diritto, elogi e lodi.  

Il rischio è la sostituzione, funzionale al sistema, di un'anima selettiva, escludente, respingente e partigiana in senso restrittivo, cioè corporativa, in favore di una parte e non per la liberazione di tutti dal giogo dell'oppressione e della gestione piramidale del potere assoluto. Il fascismo non fu un movimento di ispirazione cristiana, ma pagana. 

I patti lateranensi del 29 non furono che una mossa politica arguta, dettata dalla necessità di chiudere la questione romana con la Santa Sede, e troppi cattolici (compresi vescovi e sacerdoti) cedettero alle lusinghe della pax tra Stato e Chiesa, dimenticando di domandarsi se la soppressione dell'Azione Cattolica avvenuta per esplicita disposizione del ministro dell'Interno  il 26 maggio 1931 (lo stesso Mussolini), di procedere allo «scioglimento di tutte le asso­ciazioni giovanili non dipendenti direttamente dal Partito Nazionale Fascista e dall’Opera Nazionale Ba­lilla», o le leggi razziali del '38, fossero un servizio all'uomo e al cittadino nel rispetto della sua libertà religiosa oppure una morsa, che stritolava ogni principio di dignità e di verità, iscritto nel messaggio evangelico. 

Nè, dopo il processo ad Eichmann nel 1961 a Tel Aviv, che sancì l'assoluta disumanità del principio del sonno della ragione o di obbedienza cieca  ad un regime, solo perché si è funzionari o dipendenti lavorativi di esso, vale ancora  la scusante del 'non nel mio giardino', mentre la casa intorno sta bruciando

Così come oggi non si usa 'politically correct' o ci si dimentica di domandare se le commesse vinte dalla FINCANTIERI per la Marina Militare USA, siano un servizio all'uomo ed ai lavoratori del nostro paese o una trappola alla nostra ricerca di sicurezza, che prima o poi saremo costretti a pagare in termini umani, oppure se le bombe fabbricate in Italia, vendute all'Arabia Saudita con o senza commessa e usate contro lo Yemen, siano un affare che non ci riguarda poi tanto, visto che ci guadagniamo qui come lavoro e come PIL, invece che una pesante ipoteca sulla nostra convivenza civile e sulla globalizzazione della fraternità. 

E venne l'ora della verità, con la guerra, dove il fascismo mostrò tutto il suo potenziale disumano, distruttivo, criminale. Ho ritrovato una CARTOLINA POSTALE DELLE FORZE ARMATE, datata 10 marzo del '43 e spedita da Cormons ad una mia lontana prozia da mio padre, militare allora nell'11.mo reggimento ARTIGLIERIA, C.d.A. Comando delle truppe al Deposito, 3° Battaglione add. Cormons Specializz. tiro. 

L'intestazione, prestampata, riporta una frase celebre del Duce:
"Non si fa la guerra senza odiare il nemico dalla mattina alla sera, in tutte le ore del giorno e della notte, senza propagare quest'odio e senza farne l'intima essenza di se stessi."                   MUSSOLINI

Di che vogliamo parlare? Delle buone intenzioni cristiane che animavano il capo del Fascismo? Della sua bontà innata, tradita e raggirata però dall'altro dittatore tedesco, Adolf Hitler? Qui l'anima del fascismo emerge in tutta la sua tragicità, nel pilotare con i mezzi della propaganza, dell'asservimento alle leggi ingiuste e selettive, della dottrina dello Stato, l'animo umano verso un odio cieco e collettivo da cui non ci si sarebbe liberati che a prezzo di una ecatombe di cittadini, soldati e non.  

O la società civile cammina verso la globalizzazione della cittadinanza e dei diritti umani, col riconoscimento del diritto di stare in pace, senza dover produrre, esportare o importare armi sempre più sofisticate, o ripercorrerà le tracce della follìa. Quale delle due scelte sarà la più umana?

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