Ho ricevuto dall'amico fraterno Giuseppe Palocci questa lettera a pochi giorni dalla festa del 2 giugno e dagli 80 anni dal 10 giugno 1940, data di entrata dell'Italia nel secondo conflitto mondiale sottomessa al potere fascista e al volere del re sabaudo
Non sono
pochi quelli che ancora ricordano il 'ventennio' come un'era di prosperità, di
legalità e di grandi opere pubbliche. 'I treni arrivavano in orario', 'si
dormiva con le porte aperte' e 'non c'era tanta delinquenza', dicono quei
nostalgici.
Diversi cattolici contemporanei si sono lasciati attrarre da quelle
espressioni così caratterizzanti ed hanno finito per propendere per quei
movimenti politici che, sulle orme del fascismo, mirano 'alla legalità', a
servire 'prima gli italiani e poi tutti gli altri', a sbloccare i finanziamenti
per le opere pubbliche, non importa se a ditte mafiose che mescolano il cemento
con la sabbia di fiume o che non mettono i tondini giusti nelle gettate dei
ponti, purché tutto 'sembri che giri nel verso giusto'.
Questi rigurgiti di
efficientismo, rischiano di stravolgere ancora una volta la nostra convivenza
civile e l'anima cristiana che la sostiene, coi cinque milioni di volontari che
in Italia si adoperano per sollevare dalle necessità impellenti i
più fragili, compresi i medici ed infermieri di cui tutti in questi giorni
tessono, a buon diritto, elogi e lodi.
Il rischio è la sostituzione,
funzionale al sistema, di un'anima selettiva, escludente, respingente e
partigiana in senso restrittivo, cioè corporativa, in favore di una parte e non
per la liberazione di tutti dal giogo dell'oppressione e della gestione
piramidale del potere assoluto. Il fascismo non fu un movimento di ispirazione
cristiana, ma pagana.
I patti lateranensi del 29 non furono che una mossa
politica arguta, dettata dalla necessità di chiudere la questione romana con la
Santa Sede, e troppi cattolici (compresi vescovi e sacerdoti) cedettero
alle lusinghe della pax tra Stato e Chiesa, dimenticando di domandarsi se la
soppressione dell'Azione Cattolica avvenuta per esplicita disposizione del
ministro dell'Interno il 26 maggio 1931 (lo stesso Mussolini), di procedere allo «scioglimento di tutte le associazioni giovanili non dipendenti direttamente dal Partito Nazionale Fascista e dall’Opera Nazionale Balilla», o le leggi razziali del '38,
fossero un servizio all'uomo e al cittadino nel rispetto della sua
libertà religiosa oppure una morsa, che stritolava ogni principio di
dignità e di verità, iscritto nel messaggio evangelico.
Nè, dopo il processo ad
Eichmann nel 1961 a Tel Aviv, che sancì l'assoluta disumanità del principio del
sonno della ragione o di obbedienza cieca ad un regime, solo
perché si è funzionari o dipendenti lavorativi di esso, vale ancora
la scusante del 'non nel mio giardino', mentre la casa intorno sta bruciando.
Così come oggi non si usa 'politically correct' o ci si dimentica di domandare
se le commesse vinte dalla FINCANTIERI per la Marina Militare USA,
siano un servizio all'uomo ed ai lavoratori del nostro paese o una trappola
alla nostra ricerca di sicurezza, che prima o poi saremo costretti a
pagare in termini umani, oppure se le bombe fabbricate in Italia, vendute
all'Arabia Saudita con o senza commessa e usate contro lo Yemen, siano un
affare che non ci riguarda poi tanto, visto che ci guadagniamo qui come lavoro e
come PIL, invece che una pesante ipoteca sulla nostra convivenza civile e sulla
globalizzazione della fraternità.
E venne l'ora della verità, con la guerra,
dove il fascismo mostrò tutto il suo potenziale disumano, distruttivo,
criminale. Ho ritrovato una CARTOLINA POSTALE DELLE FORZE ARMATE, datata 10
marzo del '43 e spedita da Cormons ad una mia lontana prozia da mio padre,
militare allora nell'11.mo reggimento ARTIGLIERIA, C.d.A. Comando delle truppe
al Deposito, 3° Battaglione add. Cormons Specializz. tiro.
L'intestazione,
prestampata, riporta una frase celebre del Duce:
"Non si fa la guerra senza odiare il nemico dalla
mattina alla sera, in tutte le ore del giorno e della notte, senza propagare
quest'odio e senza farne l'intima essenza di se stessi."
MUSSOLINI
Di che
vogliamo parlare? Delle buone intenzioni cristiane che animavano il capo
del Fascismo? Della sua bontà innata, tradita e raggirata però dall'altro
dittatore tedesco, Adolf Hitler? Qui l'anima del
fascismo emerge in tutta la sua tragicità, nel pilotare con i mezzi
della propaganza, dell'asservimento alle leggi ingiuste e selettive, della
dottrina dello Stato, l'animo umano verso un odio cieco e collettivo da
cui non ci si sarebbe liberati che a prezzo di una ecatombe di cittadini,
soldati e non.
O la società civile cammina verso la globalizzazione della
cittadinanza e dei diritti umani, col riconoscimento del diritto di stare
in pace, senza dover produrre, esportare o importare armi sempre più sofisticate,
o ripercorrerà le tracce della follìa. Quale delle due scelte sarà la più umana?
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