Gerusalemme
ha diverse dimensioni: una dimensione politica, spirituale, culturale.
Se parliamo dei problemi politici a Gerusalemme abbiamo un grosso
problema. Il 6 dicembre il Presidente degli Stati Uniti d’ America ha
formalizzato il suo annuncio di spostare l’ambasciata americana a
Gerusalemme; all’inizio ha detto che Gerusalemme appartiene agli ebrei e
dovrebbe essere la capitale dello Stato di Israele e subito dopo:
“Dovremmo avviare un processo di pace con i palestinesi”. E’ un
ragionamento che non si può spiegare con la logica. Chi dice che
Gerusalemme appartiene solo ad una delle parti in conflitto decisamente
non sta avanzando nel processo di pace; in questo momento Gerusalemme è
come un campo di calcio; ad alcuni ebrei piace la proposta di Trump ma
chiunque ha lavorato nei processi di pace sa che Gerusalemme deve essere
condivisa tra ebrei, musulmani e cristiani. Quando avremo un accordo di
pace, Gerusalemme potrà essere un punto di riferimento spirituale per
il mondo in cui tutti potranno venire a pregare separatamente e insieme,
accade già adesso ma nel piccolo.
https://www.cittanuova.it/il-futuro-di-gerusalemme/
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