Il sottosegretario Mario Giro, che notoriamente proviene dalla Comunità di Sant'Egidio ed è molto attivo sui corridoi umanitari, ha dovuto fare un comunicato imbarazzante sull'errore del rappresentante italiano alla votazione dell'onu che si sarebbe sbagliato a votare a favore la sera del 23 dicembre perchè troppo stanco.
Il mistero si può spiegare in breve: nel nostro Paese sono depositate 70 bombe nucleari nelle basi Usa. Lo sanno tutti.
Come spiega bene su Affari internazionali del 26 marzo
2017 il professor Natalino Ronzitti, in qualità di consigliere scientifico
dello Istituto Affari internazionali e già docente di diritto internazionale
presso la Luiss di Confindustria, «la questione dei Paesi Nato, membri del Tnp(trattato di non proliferazione nucleare)
come Stati non nucleari, nasconde un problema serio: tali Paesi (Belgio,
Germania, Italia, Olanda, Turchia) hanno armi nucleari tattiche Usa nel loro
territorio».
Come è stato risolta questa contraddizione? Diciamo che è stato
escogitato il sistema della doppia
chiave, quello cioè «secondo cui l’arma nucleare può essere usata solo
dagli Stati Uniti, ma con il consenso dello Stato territoriale».
«La partecipazione ad un trattato per l’abolizione
completa delle armi nucleari – secondo Ronzitti - renderebbe lo stazionamento
delle armi nucleari tattiche completamente illegittimo» sul territorio
italiano. Una prima incrinatura del
sistema è arrivata dalla scelta dell’Olanda che si é astenuta e quindi non ha
votato contro la risoluzione Onu di bando totale alle armi nucleari.
La novità tattica nel campo delle armi nucleari lo spiega,invece,
il generale Carlo Jean sul
dizionario on line della Treccani.
Siamo oltre l’equilibrio del terrore della
Guerra fredda quando per l’Occidente «l’intera strategia era fondata su una
scommessa, non su un calcolo razionale di benefici, costi e rischi. Era una
scommessa non solo sull’irrazionalità propria – di essere cioè pronti a
distruggere quanto si voleva difendere – ma anche sulla razionalità del
Cremlino, che cioè la ritenesse credibile e non un semplice bluff».
Secondo Jean, anch’egli già docente presso la Luiss, siamo
ormai nella “seconda era nucleare” perché «la miniaturizzazione delle testate,
la maggiore precisione dei vettori e la pratica eliminazione del fallout (ricaduta radioattiva del
materiale esploso, ndr), ha indotto a elaborare dottrine nucleari d’impiego
effettivo, e non solo potenziale o dissuasivo».
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